“Era l’indolente sera di Parma, toccata da una struggente luce che era già lontananza, memoria, indicibile tenerezza.
Il capitano Bellodi, come in una dimensione già nella memoria specchiata, camminava per le strade della sua città: e aveva presente e viva, peso di morte e ingiustizia, la Sicilia lontana.”
Da “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia.
Non sò come mai, ma l’umido di questa nebbia il vederci poco chiaro rimandano ricordi di quel libro e la pellicola con Franco Nero nel ruolo del capitano Bellodi.
Bell’accostamento Andrea..
a me fa pensare anche ad Antonioni..a quel piccolo gioiello che è “Al di là delle nuvole” in cui la nebbia non è elemento di poca chiarezza ma paradigma della complessità, specchio di una verità stratificata da tante verità sovrapposte ognuna a modo suo “vera” e motivata..ognuno a modo suo verità..
Non conosco quel film, ma a me questa nebbia aldilà della singola complessità umana, ne fa venire un insieme.
Di film, di libri, di avvenimenti storici poco chiari, di ingiustizie carogne che aleggiano ed è come arrampicarci sugli specchi volerle raggiungere e cancellare.
Sono tanti i film, le scene a pelle da citare, ma in questo momento, quello che più mi stuzzica in questa nebbia è “Le mani sulla città”.
Ora in forma più educata e lieve, meno becera e spalancata, ma non si vuole vedere solo se si fa finta di niente.