Un figurino sulla quarantina, bellino, firmato dal capo ai piedi occhiali compresi, macchina della ditta e tutto spesato, uno di quelli che prima di rivolgere la parola sia un importatore americano o un trattorista, si imposta la voce, si stropiccia il capello e poi leviga ovvietà innestate su minchiate.
Uno di quelli a cui il vino scorre nelle vene dalla nascita, uno di quelli così semplici e modesti che pensano convintamente che prima di lui il niente, con lui il tutto e la qualità come missione fondamentale della sua vita e del suo esistere.
Uno di quelli che non perde una degustazione, un’anteprima alla Stazione Leopolda, un giro di ostriche in Francia per tenersi aggiornato sulla microssigenzaione della fava, uno di quelli che passeggiano poco per le vigne, ma ne chiacchierano tanto o con il giornalista compiacente o con il proprietario a cui piace ancora ascoltare le fiabe.
Uno di quelli che hanno talmente il vino nel sangue che dopo una giornata di vendemmia passata fra le gambe del tavolo di un ristorante e poi a succiare raspi, in un turbine di emotiva poesia enologica abbraccia fisicamente un serbatoio inox da 38 hl, ci appoggia la guancia per sentire il fragore e il respiro della massa in fermentazione e…………….. sbalordito, strabuzza gli occhiali e mormora:”E’ ancora freddo, non fermenta eppure è da ieri che è pieno!!”
E il cantiniere anziano lo guarda di sbieco, lo soppesa, scuota la testa, parte con un esclamazione al signore non riportabile, con allegato”Imbecille, il serbatoio che hai riempito è quello di sopra, quello che stai abbracciando è vuoto, non lo vedi lo sportello aperto?”
Come avranno fatto gli egiziani antichi del dipinto sopra riportato a fare vino senza di lui, esperto Winemaker, ancora è un mistero.
W M
O
W C
?????
Bellissima l’immagine di un winemaker in giacca e cravatta che abbraccia un serbatoio inox.
E il cantiniere in tuta che lo chiama per nome!
sai Andrea, alla soglia dei 50 avrei bisogno anche io di parlare e capire ………….vino con il Wine Maker, ce l’hai uno come descritto nelle prime righe da presentarmi!!!!!
stò invecchiando, vuole dire che con te parlerò di vino e con lui……vedremo!!
permettetemi di scherzare, ma con questi personaggi di che volete parlà!
Sorvoliamo sui tuoi quasi 50 perchè se non lo si sà nessuno te li affibbia.
Con un tizio del genere se hai voglia di sentirti dire la lezioncina imparata a pappagallo “sulla ricerca della qualità sempre” o su “la simbiosi in riduzione della macerazione lunghissima del sangiovese” (che poi sarebbe odore e sapore di merdina) e se ci aggiungi persino la voce di Piersilvio…. scommetto che trovi sempre qualcosa di meglio da fare prima dello snocciolamento di siffatte bischerate!!!!
Di questi personaggi, quello che detesto sopra ogni cosa e’, che parlano come grandi intenditori, ma del vino non ne sanno proprio nulla, non solo non sono in grado di gustarserlo, e magari fare un commentino sulle sensazioni personali, ma spesso non gli interessa neppure di assaggiarlo il tuo vino. Gli e’ sufficente cercare di vendertelo, bada bene svendertelo, perche’ magari e’ una D.O.C.G. o una D.O.C., e allora il prezzo lo fa il mercato, ma si fermano li’, e il riscuoterlo e’ un problema tuo, che lo hai fatto, circa 2-3 anni prima della vendita.
Hai mai sentito parlare di opinion maker? Nel mondo del vino ce ne sono in via di sviluppo parecchi esemplari….
Opinion Maker?
Non ne sò molto e non sò se ho il coraggio di saperne di più su questi esemplari.
Ma in linea teorica e pratica, che farebbero?
Pensandoci un po’ piu’ approfonditamente, non e’ proprio colpa del Wine maker, il suo abbigliamento firmato, e la macchina e il linguaggio, ma direi che e’ un po’ la tendenza di oggi, non solo nel mondo del vino. Il vero venditore, (io lo chiamo il pinguino), non puo’ presentarsi in maniera diversa, altrimenti non se lo fila nessuno. Che sia un bisogno di affermazione delle proprie capacita’ ??? Beh non saprei !!!
Quello di cui si sta parlando, in prima istanza sarebbe un fabbricatore di vino e uomo di vigna, poi nel caso il volto di un’azienda.
Io non compro mai un vino se me lo viene ad illustrare o proporre un personaggio clonato….. ma poi perchè per parlare di vino bisogna essere agghindati come Marta Marzotto?
Il vino è solo un alimento e niente più!!!
L’opinion maker come dice la parola, e’ un creatore di opinioni, e siccome nel vino per dire la propria, bisogna conoscerlo un po’, e non sono poi molti…. allora ecco che la figura dell’opion maker risolve il problema. Personalmente conosco gente che compra il vino per il nome e per sentito dire, e altri che lo comprano perche’ e’ uno status simbol, altri invece che lo comprano perche’ costa poco, ma chi lo compra perche’ gli piace davvero??? E’ un alimento come dici tu e quindi secondo me deve essere buono, o almeno piacerti personalmente, altrimenti se ne puo’ fare a meno.
Il bisogno di essere agghindati e’ secondo me un bisogno personale per essere riconosciuti come una figura in cui credere, nella maggioranza dei casi. Come a dire vedi come sono bello fuori, cosi’ lo sono dentro e non potrei mai proporti un prodotto non bello buono e genuino, ma soprattutto di grido.
lasciando da parte l’abbigliamento…. è una libera scelta.
mi pare che qui si vada oltre l’apparenza… imbecillità.
…dove si trova a Gaiole….x caso..????
@ Simona
purtroppo è stato elevato a cosa liturgica e sacra e siamo al punto in cui siamo.
C’è molto poco da inventare sull’argomento e quindi lo si infiocca più possibile per farlo sembrare o appetibile o che giustifichi uno status-simbol.
Tutto si ridurrebbe se la gente si avvicinasse con un cavatappi senza liturgie e lo bevesse facendosi una propria idea da sola.
Tempo fa un tizio m fece una lezione sul come si dovrebbe commercializzare il vino e ho ancora i brividi freddi addosso.
Secondo lui il fatto sia buono è secondario, l’importante è farlo credere e coccolare certa stampa imortante che lo può promuovere.
Meglio di tutto però rimane farlo assaggiare e spiegare come e dove lo si fa senza ipocrisie se un’annata non è proprio felice, anzi a maggior ragione.
@ michele
si, la zona è quella.
La persona in questione, paio di anni fa, era convinto che per fare uno scarico di vetri (bottiglie nuove da incignare) bisognasse fare…. un DOCO.
Meco…
Che dire….Michele e Filippo mi hanno preceduto….come dice il grande Ligabue…ho perso le parole….e purtroppo è la triste verità di questi tipi ci son diversi in giro….purtroppo…..
Però la microssigenazione della fava è pura poesia. Ce ne sarebbe bisogno anche da queste parti.
@ Barbara
ora la microssigenazione della fava non pigliarla proprio alla lettera, è un toscanismo per marcare solo quanto il tipo in questione sia un emerito coglione.
@Filippo
già, quella non me la ricordavo!!!!!
Voleva fare una bolla di reso di bottiglie “appropriate” con il documento che serve per il trasporto del vino sfuso, delle vinacce o delle fondate.
E’ proprio un’artista 🙂
Appunto: nemmeno se quelle bottiglie fossero state piene di vino sarebbe servito il DOCO. Immaginiamoci vuote!
allora conosco…..bene la persona le “sue” gesta arrivano anche qui a Radda…..;-)))
Oh michele lo sai che a volte devo fermare chi mi racconta gli aneddoti di quel soggetto sennò mi piglia le convulsioni dal ridere?
E lo sai che se riesco a radunare tutti gli aneddoti in una forma scritta bene e la propongo a qualche editore c’è da vender copie a palate?
aneddoti su questa vendemmia…..???….tipo 100% sangiovese di gaiole…..e basta….;-)
Questa non la sò, o alludi a qualche movimento su gomma?