Una nobildonna senese del trecento.
Talmente brutta nel viso e fatta male addosso che il Capitano del Popolo della Repubblica la esiliò in vivere sulla proda degli argini del torrente Bozzone per tenerla in più stretto contatto con le simili ranocchie.
Furibonda e quieta scelse l’esilio scortata da armigeri con gli occhi coperti per evitare lo sturbo.
Le leggende narrano che la si sente ancora errare nelle notti di luna sul cavallo bianco della Vidal o addirittura in sella a una moto, ma sono leggende, non è da crederci.
Granocchia del Bozzone.
Andrea buongiorno. Questa mi giunge nuova….. ma di donne poco femminili questa città è talmente piena che in qualche caso potrei anche invocare un simile ostracismo…. ah ah ah ah ah ah ah
IO CHE LA CONOSCO POSSO DIRE CHE ELLA ERRA ANCHE SENZA LUNA PIENA E TALVOLTA SI UNISCE AGLI ULULATI DELLE 12.00 E DELLE 18.00
@ ag
fai bene a firmarti con la sigla sennò dovresti girare in città con la scorta 🙂
@ Lallero
guarda che è una leggenda ripresa da un libro del Melandri Mascetti sulla storia della Toscana nel trecento, non trasportarla ai nostri giorni.
E’ solo la storia di una povera donna, come lo era la Pia de Tolomei, solo che questa non è finita nella Divina Commedia o Gianna Nannini ci ha scritto una canzone.
Dolente Pia.
ANTANI!!!
Antani?
Biblioteca Comunale di via della Sapienza, richiedi il libro (stampato nell’800) se te lo fanno toccare e vedrai se sono antani o cose vere.
Ovvio, si tratta di leggende, però è storia del luogo e di una povera infelice tarpata nelle ali.
All’epoca una così non aveva molte possibilità che finire suora o abbandonata alle ranocchie da cui prese nome e titolo nobiliare dal luogo nella quale fu confinata.
Adesso invece avrebbe avuto possibilità infinite.
Ho la scorta che ti credi…..