Passano tempi ed istanti di speranza assuefatta dall’istinto famelico dell’avere, dell’invidia del non essere ma di voler apparire.
Passano i moti ondosi delle idee appoggiate alle seggiole passando dal noi generico all’ io totale.
Passa quella gente meravigliosamente vera e sobria col profumo di toscano acceso li precede.
Passano gli istanti di certi tramonti infilati nelle gronde di ulive, ma si rinnovano ogni sera.
Passa lento Leo Dalcò, ci guarda e ci piscia in capo.
Le foto sono bellissime e tu sei immune dall’invidia dalle gambe gialle.
Le lunghe gambe gialle dell’invidia che non sa guardare nel proprio orto e preferisce guardare sempre in quello dell’altri perchè è più comodo e fa meno male.
Campare rosi da quello fanno gli altri per dire di essere più bravi sempre, ha senso in modo da avere sempre le gambe più gialle?
Non so come mai, ma la gamba gialla mi fa venire in mente qualcosa di avido finto e egoista…….. però quelle foto del tramonto fra gli ulivi sono meravigliose.
Mi rigenero alla luce di questi tramonti felice delle piccole cose.
L’uva, le ulive non sono mai nè egoiste nè avide e le preferisco nella compagnia a tanti soggetti piernamarilla mai sazi e ingordi.
Vorrei solo un pò più di salute, poi sarei la persona più ricca del mondo.
Di fronte al viso di un uomo che ha sul volto i segni della fatica bisogna fermarsi in segno di rispetto altre che di dolci ricordi del passato!Angelica
Per gente come Leo Dalcò il massimo rispetto in assoluto, per le tante gambe gialle infide egoiste e avide che popolano l’universo, non mi ci abbasso di certo al loro livello.