C’è un ulivo del Campino a lui dedicato che non si arrende nemmeno sotto la grandine.
Un piccolo siciliano di Cinisi consapevole la sua voce e indignazione verso il corso corrente delle cose lo avrebbe portato a contrastare contro una massa immensa di azoto fumante.
Venne massacrato di botte e fatto esplodere sui binari oggi 9 maggio del ’78, lo stesso giorno in cui quelle Teste di Minchia delle brigate rosse uccisero Aldo Moro.
La morte di Impastato è uno dei nostri fardelli più cupi…
Mica vero sai Silvana, all’inizio volevano farlo passare come un ragazzotto estremista e bombarolo rimasto secco durante un minamento di binari… ma già allora non ci credeva nessuno…. ci credeva solo chi doveva indagare a questa pista strana, che era la più comoda e scaltra per non andare a toccare santi in paradiso.
Più che altro c’è da chiedersi se l’impegno e il sacrificio di Peppino Impastato siano serviti a qualcosa nel mare di cacca ci ha invaso tutti negli anni.
Per quanto mi riguarda Peppino è un esempio di persona onesta che non si piega.
Ha tutto il mio apprezzamento.
E non è forse un fardello? Certo che è un esmpio, che è uno che non si è piegato. E altri come lui, non hanno piegato la testa, ma pare che non basti.
Sempre meglio essere bischeri che essere complici di un sistema verminoso come lo era allora e come lo è ancora di più adesso ovunque ci si giri.