Due passi notturni nella città silenziosa di Simone Martini e Duccio Di Boninsegna con un velo umido di stelle e deserta in un clima natalizio un pò sfuocato negli acquisti ma più vivo in quei sentimenti umani non si ritirano con il bancomat.
A mezzanotte un piacere laico di cose buone sintomo di un anno, diventano divinità liquide finiscono sul pane con qualche granello di sale, accanto al frutto di una vigna saggia, due chiacchiere, la certezza che stando bassi, la felicità è a portata di mano.
Io invece mi sono sparata i resti di bagna cauda con pane secco, quasi la stessa cosa (e un ovetto con gli sfrizzoli). Sarà il bioritmo, che se a mezzanotte non sei a nanna ti viene fame.
Ottimo Andrea!
Ma le tagliatelle con che le avete condite? Campofilone…nelle Marche, passato da Ascoli a Fermo e famoso in tutto il mondo per i suoi “maccheroncini”, spaghettini finissimi e deliziosi da condire con un sugo di carne molto “lento”, poca carne, molto pomodoro…slurp…Ad agosto ci fanno pure la sagra, e per condirli, versano i maccheroncini sulle spianatoie di legno, e poi dopo ci mettono sopra il sugo…da mangiare con “rapidità”, perchè finissimi!
Gnam gnam gnam che buono il pane con l’olio!
Stefania sai come viene fatto questo ragù?
@ Liz, come il sugo classico per dirlo alla Toscana, solo che aggiungono molta meno carne…Altrimenti con la sottiglieza della pasta non sarebbe proporzionabile 😉
Serviva l’intervento della gastrogiardiniera per risolvere il rebus della pasta.
Dalla confezione non c’era verso di capire dove fosse Campofilone, ma ora è ben chiaro si trova nelle Marche.
il tu cugino non ti ha detto con che cosa si sono conditi le pappardelle di campofilone, ma con un ottimo sugo di cinghiale!! e nella stessa serata abbiamo fatto poi una bella verticale di 4 olii novi…e bevuto un ottimo Brunello 2004 della Fattoria il COLLE e un buonissimo IGT di SESTA DI SOPRA, sempre di Montalcino. Comunque il tu cugino bara, ha ormai un’archivio fotografico che scozzola come un puzzle.Ne le fette con l’olio e ne i costrini di tre colori facevano parte della serata in questione, invece la crostata casereccia si! e ce la siamo spazzolata in un ‘attimo, con dietro un ottimo vinsanto di NONNO LUCESIO.
Voleva far passare la serata come sobria fetta di pane con l’olio e pappardelle condite con il medesimo, ma ormai hai sfatato il segreto 🙂
A questo punto allargo l’orizzonte dicendo altre cose stile esaltare la bontà del Brunello 2004 della Fattoria Il Colle dove veramente opera da anni il Maestro Giulio Gambelli (e ne è ben consapevole) e si sente nella beva e nella freschezza di quel magnifico vino oltre al fatto che non baro e che nel set cinematografico di Ozpeteò dove ogni tanto dei renitenti al grigiore dei tempi carbonariamente si ritrovano c’erano davvero quei tris di crostini avanzati da una scorsa volta che ora non ci si ricorda….
Abbraccione Vita.